Su “F” una lunga intervista sulle matrigne a Laura Pigozzi

La matrigna non ci fa più paura. Perché può aiutarci a diventare donne molto sicure.

Non è la prima moglie né la madre naturale. Spesso è al centro di guerre familiari, quasi sempre è considerata dalla ex una pericolosa rivale. E, invece, per una ragazza, è capace di rivelarsi una preziosa alleata. Perché sa dirle no al momento giusto e insegnarle i segreti della femminilità. A patto, però, che gli adulti sappiano gestire i loro ruoli. Ne parliamo con la psicoterapeuta Laura Pigozzi.

F - 20 settembre 2013

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Dopo il divorzio scatta la voglia del ritocco ed è boom di interventi

(fonte : http://lifestyle.tiscali.it/bellezza/feeds/13/05/20/t_42_20130520_bellezza_W001_0001.html?chirurgia_estetica)

(LaPresse) – Sono in aumento gli interventi post divorzio: le donne reduci da separazioni difficili si rivolgono sempre più alla chirurgia estetica per dare un taglio con il passato e ricominciare una nuova vita da single.
E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Associazione Donne e Qualità della vita della psicologa Serenella Salomoni, su un campione di 240 donne di età compresa tra i 30 e i 55 anni separata legalmente.
Il 30% delle intervistate ha ammesso di utilizzare l’assegno di mantenimento corrisposto dal coniuge per ricorrere al bisturi e cambiare il proprio aspetto esteriore.
Addirittura risulta che questa voce di spesa per la maggioranza del campione statistico risulta prioritaria rispetto al pagamento dell’affitto o della rata del mutuo (24%), alle sedute dallo psicologo per superare il trauma della separazione (12%) o alla possibilità di viaggiare (5%), mentre il 25% ammette di spendere per le necessità dei figli anche il mantenimento che spetta loro dal divorzio.
Secondo l’indagine viene alla luce un boom del ritocco dopo il divorzio da parte del mondo femminile.
Un modo, forse, per risollevare l’animo, per sentirsi più belle e pronte a riconquistare.
In America questo fenomeno è stato chiamato ‘chirurgia plastica di rivincita’.
“Dopo aver bussato alla porta del proprio avvocato, un numero crescente di donne si dirige da Bedford Drive a Beverly Hills alla ricerca di un chirurgo estetico” sostiene il dottor Renato Calabria, chirurgo plastico e membro dell’American Society of Plastic Surgeons e docente presso Department of Plastic Surgery at the University of Southern California.
“E indovinate chi paga il conto? Il marito infedele”, afferma il chirurgo.
Ma la tempistica dell’intervento deve essere perfetta per riuscire ad addebitare la parcella all’ex marito fedifrago.
“Una cliente – racconta Calabria – non aveva programmato i tempi giusti: i suoi alimenti provvisori sono stati tagliati un giorno prima dell’intervento e così è stata costretta a rimandarlo. Non l’ho più rivista”.
Per alcune donne la chirurgia è una sferzata di energia, si sentono più giovani non solo nel corpo ma anche nello spirito.
Infatti, come nel caso delle celebrità, Demi Moore e Madonna per fare un esempio, sono donne che piacciono anche a uomini più giovani di loro.
Ma quali sono gli interventi post divorzio maggiormente richiesti?
Negi Stati Uniti la classifica dei ritocchini ‘della rivincita’ vede al primo posto la mastoplastica additiva, seguita nell’ordine da addominoplastica, liposuzione, blefaroplastica, lifting e, per ultimo, sollevamento del seno.
L’identikit delle donne che ricorrono a questi interventi è quello di una 50enne di ceto medio alto, non necessariamente lavoratrice, che sceglie prevalentemente il lifting al viso e al seno oppure si indirizza verso
l’addominoplastica.
Gli uomini invece dopo il divorzio vogliono il lifting al collo o la liposuzione.

20 maggio 2013

Cara “mamma”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di questo nostro amico

Cara “mamma”,
avevo pochi anni, quando tu, per presunti o reali tradimenti di papà, mentre stavo giocando felice con delle macchinine nel “tinello di V.le Restelli, (ricordo la cosa come fosse accaduta ieri perchè è stato il primo e più grande dramma della mia vita che non ho mai più dimenticato), mi hai urlato nelle orecchie “tu non sai che papà va con le donnacce! Ieri sera è venuto a casa tutto profumato!”, scaricando la tua ira e delusione o che altro sia, verso un bambino innocente, dolce e sensibile, timido, come ero io, cambiando di colpo il mio carattere, trasformandomi in un ribelle, facendomi odiare papà all’istante, da un giorno all’ altro.

Con quella frase tu e solo tu, hai distrutto completamente la felicità della mia infanzia, hai distrutto la mia serenità e modificato tutto il corso della mia vita, il carattere, perchè da quel momento ho iniziato ad odiarlo, trattarlo male, fino al punto di farlo andare via, diventando un ribelle, con tutto quello che ne è seguito. Ricordo tutto come fosse ieri.

Stavo giocando con le macchinine e in quel momento mi è crollato il mondo addosso e checchè tu ne dica, la mia vita ha seguito, da quel momento, il corso che ben sai, solo ed unicamente per colpa tua, rendendomi infelice e nemico di mio padre, facendomelo odiare fino al punto di picchiarlo, e questo solo ed unicamente perchè aveva tradito “la mia mamma”, una mamma che oggi non vorrei avere avuto per nulla al mondo.
Tra i miei ricordi è rimasta anche una frase del mio adorato papà che ti chiese “ma perchè è diventato così?”: ricordo anche la tua risposta: “non lo so”, mentre lo sapevi benissimo, era per quello che mi avevi detto.

Hai poi anche avuto il coraggio, anni dopo, di chiedermi di aiutarti a farlo tornare, quando ti risposi “il marito è tuo e devi gestirtelo tu”: ormai lo odiavo anch’ io. Lo ho odiato, me lo hai fatto odiare, hai distrutto la mia felicità, da quel momento fino ad oggi e per sempre.
Ti sono sempre stato comunque vicino, ho cercato di “capire” e “perdonarti”, ci ero anche riuscito, ma anche per questo tu sei riuscita a farti odiare da tutti, dai miei amici, da Virginia, dai tuoi nipoti, che quando sentono parlare di te si rifiutano di commentare. Persino Nicola, Franco e tanti altri mi hanno sempre detto “non ho mai visto una madre così! E’ incredibile!”. La vita, cara “madre”, me la hai rovinata tu con una sola frase contro un papà che mi è sempre mancato e di cui avrei tanto avuto bisogno e addirittura dai tutt’ oggi la colpa al sottoscritto di averlo fatto scappare, mentre la colpa è solo ed esclusivamente tua e lo sai benissimo.
Sto finendo anch’ io come il mio povero papà: sto perdendo la memoria, le forze, l’ artrite reumatoide mi sta distruggendo lentamente, guarda caso in concomitanza con la sua morte, quasi volesse portarmi vicino a lui, lassù, in paradiso, perchè so che lui mi amava veramente, mentre tu hai pensato sempre e solo a te stessa, alla tua casa, al tuo benessere, alle apparenze di “perbenismo falso e infingardo”, unitamente al “macellaio” che poi ti sei fatta come amante. (so tutto e mi viene il vomito solo ad immaginarlo).

Tu hai sempre incolpato me della tua vigliaccheria e falsità, della tua avidità, dei tuoi errori, dei tuoi fallimenti: io sono stato per te solo un capro espiatorio, tu hai trasformato la mia bontà e generosità in odio e rancore. Tu non mi hai mai voluto veramente bene, mentre tanto avrei avuto bisogno di affetto e sicurezza, tu mi hai rovinato la vita: non puoi trovare scusanti: lo sanno tutti, dai miei figli ai miei amici a tutti quelli che ti conoscono.
E non venire a dirmi che per me hai fatto grandi cose, perchè l’ unica cosa che sei stata capace di fare è quello di aver distrutto tutti i miei sogni di bambino, trasformandomi in quello che sono ora, un uomo disperato, malato e senza speranze.

Io ti voglio bene, te ne ho sempre voluto, non ostante ciò, ma a te forse non è mai interessato, poichè sei stata solo capace di rovinarmi la vita, da piccolo fino ad oggi, scaricando su di me la tua vigliaccheria e infamità, per il tuo falso perbenismo.
Avrei tante altre cose da rinfacciarti, ma ci pensarà Dio, mandandoti nell’ inferno più orrendo che possa esistere, non ci sono alternative.
Non voglio più nulla da te, voglio morire come papà, che sono sicuro, mi sta aspettando lassù, dove quelli come te non possono entrare: il paradiso, e se non fosse per Alex, che mi ama come nessuno dei miei figli mi ha mai amato (anche questo grazie a te), vorrei morire subito, per stare vicino ad un papà meraviglioso che tu mi hai negato.
Addio, cara mamma, non mi vedrai mai più, tanto a te poco importa.
Tuo figlio Sergio.

COME SALVARE CAPRA, CAVOLI E SCOPRIRE CHI E’ IL LUPO

Ve lo ricordate quell’indovinello in cui il povero contadino doveva traghettare una capra un cavolo e un lupo ma sulla barca ci sta solo il contadino e una altra cosa?

Doveva salvare il cavolo dalla capra, la capra dal lupo e portare tutto a casa…..

La soluzione non è difficile, si fan convivere  le cose che non hanno interesse l’uno per l’altra: il lupo con il cavolo, ad esempio, e si fa andare avanti e indietro la capra.

Gli unici che ci guadagnano sono i dazieri del guado, che ad ogni viaggio si intascano il soldino per permettere l’attracco e far risalpare la barchetta.

Il contadino si smazza i viaggi, paga il daziere, scarrozza la capra, deve stare attento al lupo e cercare di salvare il cavolo.

Il lupo ha solo l’interesse a tenersi anche la capra tutta per sé, visto che il cavolo già gli spetta di diritto, pure il contadino si rassegna a lasciarli insieme sulla riva del fiume

La capra fa avanti ed indietro in attesa che il contadino impazzisca – o finisca i soldi per pagare il daziere del guado – dopodiché si ricomporrà la sacra triade di lupo cavolo e capra con buona pace del contadino.

Il daziere, ride e intasca.

Ora, questa storiella mi sembra la metafora di una coppia di separati, si tratta solo di distribuire le parti.

In realtà le domande da farsi sono altre: innanzitutto c’è  da chiedersi – e scommetto che in tantissimi se lo stanno chiedendo –  perché mai uno dovrebbe mettersi un lupo in casa ?

Poi, perché quando il contadino ha deciso comunque di viaggiare con  il lupo, la capra ed il cavolo non c’era di mezzo nessun daziere  a dirgli: “guarda che ti incasini non poco a tener tutto insieme”?

Ovviamente perché si ritiene che il contadino  sapesse cosa stava facendo: paga il commerciante di capre, di lupi e di cavoli e si imbarca – appunto – in un ginepraio.

Poi però quando si tratta di uscire dal ginepraio, e il contadino lo sa come si fa, ecco che spuntano i dazieri e non uno, ma due: uno di qui dalla riva e uno di là.

E perché due? Perché è “megl’che uàn?

Perché a dar retta a loro “Siam qui per aiutarti meeeegliooooo”

E giù di talleri.

Fuor di metafora, anche perché a furia di lupi e cavoli finiamo tutti per imbrogliarci: perché quando ci si separa ci sono 2 avvocati?

Del resto, quando ci si è sposati, di Ufficiali ed Officianti ne è bastato UNO SOLO che ha convalidato una scelta che coinvolgeva due persone sicuramente presenti, e tante altre, pure.

Nessuno si è premurato di chiedere se si era consapevoli del potenziale ginepraio in cui ci si stava cacciando, nessuno avvisa che potrebbero comparire altri personaggi.

E allora proviamo a fare un esercizio mentale: se a sposarsi basta UNA AUTORITA’ che convalida le scartoffie  facciamo che a separarsi basta – per legge, ma proprio obbligatoriamente – UNA AUTORITA’ che compila le scartoffie e poi si va a farsi mettere il bollo?

Non due dazieri, ma UNO solo.

Un avvocato per tutti e due, che deontologicamente parlando è costretto a fare il bene di entrambi, a fare ragionare entrambi, e non privilegiare nessuno, pena la revoca della licenza.

I vantaggi sarebbero innumerevoli, mi pare: velocità, efficienza, riduzione della conflittualità.

Economicamente, ognuno paga la sua quota all’avvocato, che quindi non ci perde niente, ma se la sbriga prima e magari si risparmia pure qualche maledizione.

Abbiamo salvato capra e cavoli.
Se qualcuno ha qualcosa da ridire….. bhé, sarà  chiaro chi è il LUPO CATTIV*.

By GattoRosa

A proposito di penalizzazioni nelle separazioni

Ci arriva via mail questa riflessione di un padre che postiamo volentieri

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A proposito di penalizzazioni nelle separazioni

il padre:

perde i figli che vedrà in modo saltuario

perde la casa e tutto quanto connesso

deve concedere un assegno di mantenimento per i figli

la madre:

i figli continuano a vivere con lei

la casa è sua disposizione

le viene corrisposto un assegno (cifra esentasse) di mantenimento per i figli

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I giudici collocano,  nella quasi totalità dei casi, i figli alla madre, ovvero lasciano i figli a vivere dove hanno sempre vissuto e il senso originario di questa decisione sarebbe dovuto essere  quello di preservare il luogo di crescita della prole più che il rapporto con un genitore piuttosto che un altro.

Entrambi i genitori hanno il diritto di mantenere un rapporto costante, solido e sereno con i figli ed il primo diritto di un bambino è quello di avere due genitori e quattro nonni.

Spesso le madri si lamentano che non riescono a trovare lavoro proprio perché devono badare ai figli ed essendo sole hanno non poche difficoltà; se i giudici decidessero in base non solo alle usanze ed abitudini ma valutando seriamente ed entrando nei casi specifici, si accorgerebbero che farebbero il bene della donna collocando i figli in modo alternato ed equiparato al padre e alla madre e riuscirebbero ad instaurare una vera bigenitorialità condivisa.

Se la madre non fosse investita di tutta la responsabilità, avrebbe più tempo libero per cercare il lavoro che più la soddisferebbe e le consentirebbe di rendersi autonoma senza dover pesare costantemente sul ex marito poiché è cosa comune che purtroppo la maggior parte delle donne separate con figli devono sopportare.

Certo, proprio per la situazione che si è creata a livello giudiziario nella interpretazione del diritto di famiglia, le madri ora hanno il peso di curare ogni giorno i propri figli, e ogni giorno i figli crescono insieme alle loro esigenze e i padri “della domenica” sono considerati dalle ex-mogli come una sorta di bancomat al quale andare ad attingere le spese aumentate e tutte le richieste nuove.

E proprio i padri della domenica magari vorrebbero però poter contare di più nella vita dei propri figli ma spesso questo non è loro concesso proprio da quelle madri che appellandosi al fatto che sulla sentenza il giudice ha stabilito, come se fosse una condanna: “ il padre potrà vedere i figli solo dalle… alle… e il weekend alterni dal sabato sera al lunedì mattina” e quindi le sante donne vogliono far rispettare la legge e se un padre chiede di vedere il proprio figlio un momento in più si sentirà rispondere “ allora dovremo rivedere le condizioni economiche…” come se con l’assegno di mantenimento un padre avesse comprato il tempo di visita dei propri figli. Bisognerebbe dire alle ex-signore che non funziona così.

Per non parlare delle madri che i figli non li fanno proprio più vedere agli ex-mariti oppure le madri che plagiano i ragazzi in modo da far disconoscere il proprio genitore allontanato sovente non proprio consensualmente.

Spesso quanto sopra esposto è aggravato dal fatto che nella vita dell’ex-marito compare una persona chiamata in modo denigratorio “nuova compagna” che rappresenta il male assoluto in quanto l’uomo non sarebbe più in grado di decidere autonomamente e sarebbe in balia delle esigenze di quest’ultima.

Per esperienza vissuta, c’è da dire che la persona che decide di condividere la vita con un padre separato con figli si deve fare forza di una pazienza infinita necessaria a sopportare le innumerevoli ingerenze nella sfera privata della relazione di coppia da parte proprio della ex-moglie e  guai a chiamarla “vecchia moglie” si è passibili di denuncia.

Infatti, fino a che l’uomo rimane da solo tutto sommato non viene additato come un mentecatto da eliminare e magari lui va alla Caritas a mangiare e torna a vivere a casa dei genitori anziani nella sua vecchia cameretta di quando era ragazzo (se può) oppure si ritrova a vivere in macchina o a mendicare un posto presso le case dei padri separati che chissà perché si chiamano così??? badate bene, per “padri separati” non s’intende un nuovo ordine monacale.

Nel momento stesso in cui lo stesso Uomo si rialza, decide di riprendersi la propria vita, di ritrovare le amicizie e di mettersi in gioco con un nuovo amore, ecco che la situazione si complica.  La gelosia si annida in posti strani, l’invidia è proprio dietro l’angolo e quando pensavi di esserti salvato sei li che cerchi di tamponare situazioni, richieste di chiarimento, modifiche di patti dati per assodati, variazioni continue ed eliminazioni di diritti in modo arbitrario subite non da parte delle nuova compagna ma proprio da parte della vecchia moglie che non riesce  a concepire il distacco definitivo anche se voluto perché lei vuole il marito lontano ma sempre pronto ad intervenire (soprattutto economicamente) e non tollera che ci sia un’altra persona al suo fianco con la quale fare i conti.

Spesso ci si sente dire: “E come si è permessa costei? C’ero prima io!!!” “Prima vengono i figli!!!” (Anche se sottintende se stessa..); “i figli questo weekend non li prendi perché mi sono già organizzata!”; “Te li porto, ma non a casa tua perché  c’è quella lì…”; “ho speso un euro e mezzo per comprare una gomma a tuo figlio, quand’è che mi dai la metà?”; “Siamo a gennaio del nuovo anno, mi devi dire cosa farai ad agosto, DEVO saperlo”; “I regali di Natale che ricevono a casa tua devi metterli in un sacco e darmeli” (e poi vengono nascosti e mai fatti più trovare).

Ma lasciamo perdere le polemiche e le frasi sentite troppe volte, l’auspicio finale è che la “vecchia moglie”, si spera, impari a permettere al ex-marito di frequentare con serenità i figli, di partecipare alla loro vita, magari anche con la compagna e magari “nuova moglie” per consentirgli di ristabilire una serenità proprio nei ragazzi che devono poter conoscere il loro papà in una realtà familiare normale e in modo soddisfacente per entrambi così magari la “vecchia moglie” col tempo a disposizione potrà trovare un lavoro e magari un nuovo amore al quale dedicarsi e probabilmente riuscirà a ricostruirsi una vita vera a rendersi autonoma e soddisfatta.

Un Papà Separato dai propri Figli

Papà Separati Liguria – Le loro storie

Dedichiamo questo post ai nostri amici liguri dell’Associazione Papà Separati Liguria e alle storie del loro territorio.

Può essere che rivedrete questo post perché sarà aggiornato con le loro storie.

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http://www.genova24.it/2012/12/genova-la-disperazione-di-un-papa-separato

http://www.genova24.it/2012/09/incatenato-davanti-al-tribunale-la-disperazione-di-un-papa-separato-in-liguria-siamo-molti

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